“Emozioni e cibo”: l’Istituzione Formativa al fianco degli studenti

“Siamo ciò che mangiamo” è il tema al centro dell’iniziativa che si è tenuta al Centro di Formazione Professionale di Poggio Mirteto dell’Istituzione Formativa di Rieti.

La sala delle conferenze del polo didattico ha accolto gli interventi della biologa nutrizionista Giulia Cattivera, di Ilaria Lelli, psicologa e psicoterapeuta dell’Ambulatorio dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione presso l’UOC Materno Infantile della Asl di Rieti e di Salvatore La Bella, responsabile nazionale del Dipartimento Pari Opportunità e Disabilità di Taglio Generazionale.

“Come scuola abbiamo pensato di organizzare un momento dedicato ai ragazzi – commenta Antonella Giometti, Direttrice del Centro di Formazione Professionale –  Le nostre insegnanti Federica Festuccia e Ilaria De Santis si sono fatte promotrici, hanno contattato la Asl di Rieti e così è nato l’incontro, che ha dato ottimi risultati. Gli studenti hanno capito che chiedendo aiuto, ogni problema si può risolvere. Il percorso è lungo, ma hanno avuto la consapevolezza di non essere soli e di potersi affidare a professionisti che si occupano di tematiche così delicate, come anoressia e bulimia, disturbi prevalentemente femminili, ma presenti anche tra i maschi”.

“Quello che si vede è solamente la punta dell’iceberg di ciò che vivono i ragazzi – ha sottolineato la dottoressa Cattivera – Possono manifestare un disagio, una non accettazione, un rapporto difficile con l’alimentazione, con il corpo o con il cibo che può arrivare a seguito del confronto con gli altri”.

“Chi ha problemi con l’alimentazione, con il cibo o con l’immagine di sé, ha una ridotta capacità di elaborare le informazioni, proprio a livello neurologico – ha aggiunto la psicologa Lelli – Ciò comporta pensieri molto rigidi, come il focalizzare l’attenzione unicamente sulla zona del corpo che non piace. A livello cerebrale la patologia ci condiziona”.

Salvatore La Bella ha puntato i riflettori anche sul Disegno di Legge che prevede l’istituzione, in pianta stabile, dello psicologo scolastico. “Una figura – ha detto – che sia presente con l’orario di un docente all’interno della scuola che possa avere la funzione di supporto per quei ragazzi e quelle ragazze che ne hanno bisogno”.

L’idea dell’evento promosso, nasce proprio tra i banchi di scuola, dopo aver notato dimagrimenti o casi di studenti che non mangiavano per ore e poi stavano poco bene.

“In vista della giornata dell’alimentazione, abbiamo voluto organizzare un evento che potesse smuovere qualcosa – hanno aggiunto le insegnanti Federica Festuccia e Ilaria De Santis – Siamo molto felici di come è andata. Il successo più grande è stato vedere gli studenti che hanno chiesto aiuto ai professionisti, che a loro volta sono stati bravi nella mattinata dedicata al confronto. Le esperienze raccontate hanno colpito molto i giovani presenti. Per parlare di disturbo alimentare non si deve arrivare ai casi estremi, può essere preso in tempo. Si è parlato anche dei modelli negativi proposti dai social e di come le parole possano avere un grande peso. 

I contatti dei professionisti sono ora a disposizione degli studenti nella bacheca della scuola, punto di riferimento per queste importanti tematiche”.

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